Il trio della Dama Nera by Irene Adler

Il trio della Dama Nera by Irene Adler

autore:Irene Adler [Adler, Irene]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788858513538
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2015-03-31T07:26:06.784000+00:00


Capitolo 14

UNA GIORNATA

MOVIMENTATA

– Ehi ehi ehi! – esordì il ragazzo che era sbucato davanti a noi. – Ma che fortuna! Guarda chi abbiamo qui. I tre piccoli segugi…

I miei amici si fermarono, il primo davanti a me, l’altro due passi indietro.

– Tranquilla – mormorò Lupin.

Ma il modo in cui si erano bloccati in mezzo alla strada, come a volermi proteggere, non mi fece affatto stare tranquilla. Una banda di bulli ci aveva teso un agguato in piena regola! Erano teppisti, ladruncoli del porto. Lo si capiva dai vestiti che indossavano, da come strascicavano i piedi e dal modo minaccioso che avevano di muoversi. Li contai, cercando di guardarli il meno possibile: erano in cinque. Da un vicolo più avanti, verso il porto, erano infatti sbucati altri due balordi che ora infoltivano la banda.

– Eh già… Proprio tre bei piccoli ficcanaso! – continuò lui, mostrandoci un sorriso beffardo. – Che non sanno stare al loro posto.

Sputò per terra e si fermò a tre passi da noi.

– E tu chi saresti? – gli domandò Sherlock.

– Chi sono? Avete sentito? Mi chiede chi sono! –. Gli occhi del bullo sfavillarono di una luce maligna, mentre i suoi compagni si misero a sghignazzare.

– Davvero ti interessa tanto sapere chi sono?

– No – rispose Sherlock, glaciale. – Ma vorrei capire che cosa ci fai, qui.

– Che cosa ci faccio io? È la mia città, questa – fece il bullo, alzando il mento con aria di sfida. – Non la tua.

– Oh… Se lo dici tu.

– Lo dico io, esatto. E se vuoi ti dico anche che voci girano ultimamente in città.

– Non sono proprio il tipo da pettegolezzi, ma se ci tieni… – rispose Sherlock, ancora imperturbabile.

– Dicono che da qualche giorno ci sono tre mocciosi stranieri che fanno troppe domande in giro… Che frequentano spiagge pericolose…

Sollevai lo sguardo, di scatto.

«La misteriosa figura incappucciata che avevo visto sulla spiaggia! Che fosse solo il travestimento di uno di quei balordi?!» mi domandai.

– Questi tre bambocci devono essere davvero stupidi per andarsi a cercar grane così! – proseguì il capo della banda, suscitando un’altra raffica di sghignazzate.

– Tre stupidi, hai detto? – rispose Sherlock. – Bene, allora non siamo noi che stai cercando. Addio.

E fece per rimettersi in cammino. Ma quell’altro scattò, come una molla, a sbarrargli la strada.

– Piano! – esclamò. – Non c’è fretta!

E il suo movimento fu come un ordine dato al resto della banda. Anche gli altri quattro bulli scattarono verso di noi, accerchiandoci. Sentii la schiena di Lupin premere contro la mia e la sua voce che mi sussurrava, di nuovo: – Tranquilla. Stai tranquilla. Non guardarli.

– Chi ti credi di essere, spilungone? – domandò il capo dei bulli a Sherlock, due passi davanti a me.

– Non sono un individuo particolarmente interessante, te lo assicuro – rispose lui, gelido.

– E invece a me interessa! – ribatté quell’altro, facendo un altro passo verso di noi. – A me e anche ai miei amici!

– Ti avverto – disse Sherlock a denti stretti. – Stai facendo un grosso errore.



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